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Stufato di vitella con crema di carote

Vi ricordate, quando da ragazzi ci svegliavamo la mattina con l’odore dello stufato che aleggiava in tutta la casa? Quel profumino mi faceva compagnia durante la colazione, mentre mi preparavo per uscire e lo trovavo ancora, quando ritornavo per pranzo. Cuoceva e ricuoceva per più di 5 ore, la carne diventava un burro e le verdure che l’accompagnavano si trasformavano in una salsa succulenta. Lo stufato è da sempre considerato un piatto della cucina povera, dove le carni utilizzate non sono delle migliori, ma grazie alla cottura lenta e soprattutto al liquido in cui è cotta (che può essere acqua, vino o brodo) si ottengono piatti saporiti, nutrienti e soprattutto a basso prezzo. Purtroppo il tempo scandisce la nostra vita dai ritmi frenetici, a discapito di tutti quei piatti che necessitano di una cottura lenta, ma di grande valore come lo stufato, al quale troppo spesso sono preferite soluzioni più veloci e pratiche. Quello che preparo io, non è sicuramente lo stufato più ricercato del mondo, ma mi fa tornare indietro nel tempo, quando l’unione di prodotti semplici era la garanzia di un pranzo ben riuscito.

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INGREDIENTI

  • 500 g di bocconcini di vitella
  • ½ cipolla rossa di Tropea
  • 3 coste di sedano
  • vino bianco
  • 500 g di carote
  • farina q.b.
  • sale q.b.
  • 100 ml latte
  • olio di oliva

PREPARAZIONE

Fate soffriggere cipolla, sedano e qualche carota. Aggiungete poi i bocconcini di vitella impanati con la farina e fateli rosolare per qualche minuto. Si sfuma il tutto con del vino bianco e dopo aver aggiunto le carote precedentemente tagliate, iniziate la cottura dei bocconcini sommergendoli con metà vino e metà acqua. Assicuratevi sempre che la carne non si asciughi mai completamente, aggiungendo acqua e vino, mettete il coperchio e continuate la cottura a fuoco basso. Dopo circa 2 ore, aggiustate di sale e frullate con il minipimer carote e sedano prestando attenzione ai bocconcini di carne; aggiungete quindi un bicchiere di latte e fate cuocere per un'altra ora, bagnando ogni tanto con un po’d’acqua. Quando lo stufato raggiungerà una buona “densità” sarà pronto per essere servito.

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Con questo post partecipo al contest “I ♥ ma cocotte (& a givaway :-)” indetto dal “Cavoletto di Bruxelles”.

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